10. CRIPTA DI SAN MAGNO
La Cripta di San Magno fu costruita, dal vescovo Pietro da Salerno, contemporaneamente alla Cattedrale tra il 1072 e il 1104. Essa doveva fungere da scrigno per la conservazione di tutto quello che una cattedrale ha di più sacro: le reliquie dei santi.
L’ambiente presenta tre navate trasversali rispetto a quelle della chiesa superiore e tre absidi. Le dodici colonne individuano ventuno volte che, con le rispettive pareti, sono decorate da un ciclo pittorico di eccezionale bellezza che racconta la storia della Salvezza dell’uomo, dalla sua creazione fino alla fine dei tempi. Gli affreschi sono attribuiti a tre botteghe di artisti anonimi conosciuti come Primo Maestro di Anagni o Maestro delle Traslazioni, Secondo Maestro di Anagni o Maestro Ornatista e Terzo Maestro di Anagni.
Per ragioni stilistiche e storiche i lavori di affrescatura della Cripta si collocano tra il finire del XII secolo e la prima metà del XIII secolo.
La Creazione
In queste volte è illustrata la Creazione del Cosmo e delle sue componenti fisiche. Nella volta 1 si trova la rappresentazione del Firmamento con i segni zodiacali.
La volta 2 è sicuramente la più celebre di tutto il ciclo pittorico e rappresenta una rara Creazione filosofico-scientifica dell’uomo.
L’uomo è al centro di un doppio sistema circolare: quello più interno rappresenta il ciclo della vita umana (microcosmo) mentre il più esterno quello della natura (mundus). Entrambi sono suddivisi in quattro parti e a ognuno corrisponde un’età della vita dell’uomo (infanzia, adolescenza, maturità e vecchiaia), un temperamento umano (sanguigno, collerico, melanconico e flemmatico), una stagione dell’anno (primavera, estate, autunno e inverno) e i quattro elementi (aria, fuoco, terra e acqua).
Appena sotto, sul pilastrino (B), potete vedere il Diagramma della Teoria degli Elementi tratto dal Timeo di Platone, con i quattro elementi nelle sfere di sinistra associati ad alcune caratteristiche fisiche nelle sfere di destra. Accanto, nella lunetta (A), i medici Ippocrate e Galeno discorrono di tale teoria.
Di fronte a voi riconoscete una serie di santi: san Giovanni Evangelista, sant’Onofrio eremita, coperto da barba e capelli, un vescovo, san Paolo, san Pietro, un altro vescovo e di nuovo san Giovanni Evangelista.
I Tetramorfi e Storie di Santi
Nella volta 3 sono presenti quattro tetramorfi (esseri dalle quattro forme), menzionati nella visione di Ezechiele nell’Antico Testamento; essi potrebbero alludere alla Creazione oppure all’anima dell’uomo che si riteneva fosse suddivisa in quattro parti.
Sulla parete (A) si riconoscono due scene: sulla sinistra è rappresentata la prova di san Giovanni Evangelista a Porta Latina a Roma, immerso nell’olio bollente e oltraggiato dal taglio dei capelli; sulla destra san Magno salva un bambino caduto in un pozzo mentre la madre era intenta alla raccolta di frutti su un albero di fico.
Le pitture in quest’area sono opera del cosiddetto Secondo Maestro o Maestro Ornatista, ben riconoscibile dai suoi spiccati accenti decorativi quali l’uso del giallo oro e dei blu intensi, filari di perle che circondano cornici ed evidenziano archi, ricchi panneggi e prati fioriti. Questo artista è fortemente legato alla cultura artistica bizantina del Meridione d’Italia.
Il Cristo Pantocratore
Di fronte a voi (A) è affrescato un maestoso Cristo Pantocratore (cioè Onnipotente) benedicente alla greca, affiancato da quattro santi: da sinistra san Pietro apostolo, un santo (forse san Marco Evangelista), san Leonardo e infine san Giovanni Evangelista.
Nella volta (4) un disco con la croce gemmata è sorretto da quattro angeli.
La lapide posta al di sotto del Pantocratore testimonia il ritrovamento delle reliquie di san Magno durante i lavori di realizzazione dello stupendo pavimento cosmatesco della Cripta, terminato nel 1231 dal Maestro Cosma e dai suoi due figli Luca e Jacopo.
Il ricco tappeto è stato assemblato con marmi di riuso, in particolare si notano il serpentino verde e il porfido rosso, oltre al marmo bianco e al giallo antico. La pavimentazione è da considerarsi originale poiché solo in limitati punti presenta delle reintegrazioni dovute al sollevamento di alcune tessere.
Miracoli di San Magno
Sulla parete di fronte a voi (A) potete vedere due miracoli di san Magno. In alto la guarigione miracolosa della giovane contadina Cita, affetta da paralisi e guarita dal santo dopo lunghe preghiere in Cattedrale.
Al di sotto, san Magno appare ad Andrea lo zoppo, custode della Cattedrale, lo guarisce e lo incarica di raggiungere il vescovo Pietro per convincerlo a tornare ad Anagni nonostante le calunnie di cui era stato oggetto. Gli anagnini lo avevano accusato ingiustamente di aver rubato parte del denaro che serviva per la costruzione della chiesa.
Sulla parete alla vostra destra (B), in alto, san Magno guarisce la mano dello storpio Italo e gli indica il luogo dove scavare per ritrovare le sue reliquie.
Nella scena sottostante Paterniano di Leone viene miracolosamente resuscitato a contatto con la tomba di san Magno.
Quest’area della Cripta è stata affrescata dalla bottega del Terzo Maestro di Anagni, giustamente considerato uno dei maggiori esponenti nell’ambito della produzione pittorica del Duecento italiano. Si avverte la consapevolezza della terza dimensione, la spazialità è resa con sfumature serene e luminose, l’attenzione al dato reale è evidente nella scelta dei particolari degli indumenti dei personaggi.
Storie dell'Antico Testamento - 1
Nelle volte della navata centrale fino alla 9 e nelle volte 6 e 5 della navata orientale sono rappresentate le storie veterotestamentarie del popolo ebraico in lotta con i Filistei, fino all’elezione del loro primo re Saul. Tali storie sono tratte dal Primo Libro di Samuele.
La narrazione cominciava con le pitture della perduta volta sopra l’altare di santa Oliva (14), distrutte nel XVIII secolo; nella successiva volta (13), durante la battaglia di Aphek, i Filistei uccidono i figli del sacerdote Eli e rubano l’Arca, contenente i Dieci Comandamenti, il bastone di Aronne, la bacchetta di Mosè e la manna scesa nel deserto. Il sacerdote Eli, ricevuta la sconvolgente notizia, cade dal suo seggio e muore.
Nella volta successiva (12) i Filistei trasportano l’Arca santa nelle loro città, ma la sua presenza causa terrore, morte e pestilenza.
Nella volta successiva (11) il popolo filisteo restituisce l’Arca al popolo ebraico. Trainata da due vitelle da latte, l’Arca lascia Azotum e arriva a Besamis.
La narrazione continuerà nel pannello sotto la volta 10.
Storie dell'Antico Testamento - 2
Continua qui la narrazione delle Storie dell’Antico Testamento.
Nella volta 10 il popolo ebraico accoglie l’Arca, ma i cittadini che osano guardarla cadono a terra morti. Gli abitanti di Besamis chiedono agli abitanti di Cariat-Jearim di accogliere l’Arca. Questi accettano e la trasportano nella casa del sacerdote Abinadab.
Nella volta successiva (9) Samuele ordina la distruzione dei falsi idoli: Astarot e Baalim vengono distrutti e segue la purificazione del popolo ebraico attraverso il sacrificio di un agnello.
Nella volta alla vostra sinistra (6) è rappresentata la battaglia di Maspht in cui il popolo ebraico sconfigge i filistei grazie all’aiuto di Samuele.
Nella volta davanti a voi (5) è rappresentato il momento in cui il popolo ebraico chiede a Samuele di scegliere per loro un re. Questi, secondo le indicazioni di Dio, incorona Saul re del popolo ebraico e lo legittima attraverso l’unzione del capo, rappresentata nella vela più vicina alla navata centrale. Sembrerebbe un chiaro rimando alla storia contemporanea e alle continue lotte tra papato e impero. In questa volta assistiamo alla legittimazione del potere temporale di un re da parte di un sacerdote, custode del potere spirituale. Cos’altro se non un chiaro riferimento alla superiorità del ruolo del papa di Roma rispetto ad ogni altro potere terreno?
Storie di Santa Secondina
Di fronte a voi è l’altare di santa Secondina e delle principesse Aurelia e Noemisia, sorelle armene vissute nel IX secolo e morte nei pressi di Anagni, raffigurate ai lati della finestra alla vostra sinistra. Il registro centrale dell’abside illustra la storia di Secondina, convertita al cristianesimo da san Magno. Da sinistra si riconoscono: la cattura durante la persecuzione dell’imperatore Decio (250), il processo, la conversione dei carcerieri ad opera della santa e il suo rifiuto a sacrificare agli dei, il suo martirio, l’elevazione della sua anima al cielo, la traslazione del corpo e la sua sepoltura. Il catino absidale è dominato dalla maestosa figura della Vergine nella tipologia della odighitria, ossia colei che indica suo figlio Gesù come la via per la salvezza dell’umanità.
Nella volta superiore di sinistra (15) è Cristo benedicente circondato dai simboli dei quattro Evangelisti; in quella di destra (16) è l’Etimasia, simbolo della preparazione del trono celeste.
Tutta la navata delle tre absidi, le volte della Creazione e la prima volta delle Storie dell’Antico Testamento sono state realizzate dal Primo Maestro o Maestro delle Traslazioni il cui stile presenta tratti fortemente arcaicizzanti e, sebbene risenta di nuovi elementi formali provenienti dalla Sicilia normanna, il suo linguaggio rimane ancorato alla tradizione romana.
Apocalisse
Nel catino absidale e nelle tre volte adiacenti è illustrata l’Apocalisse di Giovanni.
Nella volta centrale (18) è il Cristo Giudice, rappresentato all’interno di una mandorla con i capelli e barba bianca, la spada che esce dalla bocca, due chiavi in una mano e sette stelle nell’altra, simbolo delle Sette Chiese d’Asia alle quali Giovanni indirizza il suo scritto.
Al di sopra della finestra è l’Agnello Mistico, con i sette corni, i sette occhi e il libro chiuso dai Sette Sigilli. Intorno a lui sono i quattro simboli degli Evangelisti, mentre al di sotto i ventiquattro Vegliardi lo venerano.
Sulle pareti ai lati dell’abside sono rappresentati i primi sei sigilli: a destra (A) appaiono i quattro cavalieri dell’Apocalisse (Vittoria, Guerra, Carestia e Morte); a sinistra (B) i martiri che chiedono giustizia a Cristo; nell’arco accanto (C) il sole si oscura, la luna si colora di rosso e le stelle cadono dalla volta celeste. Sulla volta al di sopra dei Quattro Cavalieri (19) quattro angeli chiudono le bocche a quattro demoni che rappresentano i venti di distruzione: il loro momento non è ancora giunto perché l’angelo che sale da Oriente (D) non ha ancora individuato tutti i Giusti e non ha apposto su di loro il Sigillo del Dio Vivente.
Tutto questo dona speranza al fedele, ancora in tempo per redimersi, per essere tra quei Giusti e ottenere così la salvezza.
Storie di San Magno
L’altare maggiore della Cripta è dedicato a Magno, vescovo di Trani, evangelizzatore di Anagni e martire vissuto nel III secolo.
L’emiciclo dell’abside vi mostra la storia del martire a partire dalla sua cattura presso Fondi, sul litorale laziale.
Le cronache narrano di come il vescovo Magno venne lasciato pregare prima di essere condotto al martirio, ma durante la preghiera spirò per intervento divino. Così i soldati di Decio si accanirono sul corpo del defunto tagliandogli la parte superiore della testa (A).
La storia prosegue con lo spostamento del suo corpo dalla città di Fondi alla città di Veroli (B). Successivamente i Saraceni, conquistata la città di Veroli nel IX secolo, decisero di utilizzare il luogo di sepoltura di san Magno come stalla, ma i loro cavalli morirono a causa di questo grave sacrilegio (C).
Subito a destra della finestra vedete il re saraceno Muca ricevere l’offerta da parte degli anagnini per il riscatto del corpo del santo (D). L’intera popolazione, capeggiata dal vescovo Zaccaria, accolse il corpo di san Magno (E) e infine lo seppellì nella Cattedrale (F).
Altare dei Santi Martiri - Altare di San Pietro
L’altare alla vostra sinistra è dedicato al culto di vari martiri le cui immagini campeggiano nell’abside (B). Sulla volta 20 è il profeta Elia che ascende in cielo su una quadriga di fuoco; sulla volta 21 vedete l’incontro tra Abramo e Melchisedec con l’offerta del pane e del vino.
Nell’absidìola posta dietro l’altare del vescovo Pietro (A) potete ammirare un affresco datato al 1324 e attribuito al pittore di scuola cavalliniana Lello de Urbe, un importante artista attivo tra Napoli e il Lazio durante la prima metà del XIV secolo. L’affresco raffigura il santo vescovo tra le sante Aurelia e Noemisia.
Sulla volta 7 i profeti Isaia, Davide, Salomone e Daniele annunciano la nascita del Messia. La Madonna del Latte sulla parete sottostante (C) rappresenta l’avverarsi di quelle parole.
L’ultimo intervento di restauro risale agli anni 1987-1994, ad opera dell’allora Istituto Centrale per il Restauro di Roma. Si è trattato di un accurato lavoro di pulitura e consolidamento delle superfici pittoriche grazie al quale il ciclo è stato riconsegnato alla pubblica fruizione in condizioni ottimali.
L’ottimo stato di conservazione, la notevole estensione della superficie dipinta (circa 540 mq) e i temi trattati hanno valso a questo prezioso ambiente l’appellativo di “Cappella Sistina del Medioevo”.